L’Argante #141 || REF 2023 A.L.D.E. Non ho mai voluto essere qui

Al R.E.F. (Fondazione Romaeuropa), una delle istituzioni di maggior prestigio, in Italia e in Europa, per la promozione e la diffusione dell’arte, del teatro, della danza e della musica contemporanea è stato presentato uno spettacolo di Giovanni Onorato: A.L.D.E. Non ho mai voluto essere qui.

 

Classe 1995, Giovanni Onorato ha costruito il suo percorso artistico intorno ad una scrittura scenica e drammaturgica capace di coniugare poesia e ironia, facendo propri i linguaggi performativi incontrati durante la sua formazione (non ultimo la sua presenza nello spettacolo “Atto di adorazione” di Dante Antonelli). Selezionato da Biennale College 2022. A.L.D.E è una ricerca intorno al medium della slam-poetry, inserita però in una cornice narrativa: «Arduino Luca Degli Esposti era un nostro amico. Diciamo “era” perché una serie di circostanze hanno fatto sì che oggi non sia qui con noi. Di Arduino non è rimasto molto, si è lanciato contro un treno in corsa tra le fermate di Fidene e Montelibretti, sulla linea del treno regionale che porta a Fara Sabina, nel Lazio. Di Arduino sono rimaste forse le cose a cui teneva di più: i suoi quaderni. Arduino non faceva che dire di essere un poeta. Su uno dei suoi quaderni ha appuntato la frase: “La vita non è quella che si vive, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.”»

Uno spettacolo moderno, contemporaneo che dal primo secondo parla al pubblico senza filtri. Onorato ti guarda prendere il tuo posto in sala già prima che cominci lo spettacolo e ti parla in amicizia raccontandoti una storia personale trascinandoti in un viaggio immersivo e coinvolgente. La scenografia è essenziale ma allo stesso tempo accogliente e confortevole. Dei tappeti, un’asta per il microfono con un leggio, una postazione musicale, i quaderni di Arduino pronti per esser letti, condivisi, in un biancore colmo di significati non troppo nascosti.

Con le musiche di Lorenzo Minozzi e le poesie di Arduino Luca Degli Espositi, Onorato è sul palco accompagnato da Mario Russo che ne esegue i ritmi e colora le parole di Arduino.

Il poeta viene da lui descritto come una figura eccentrica, egocentrica, fuori dagli schemi. Libera, amante della vita a tal punto da togliersela. Un espediente letterario per parlare animatamente, intelligentemente e con umiltà della propria espressività. In un linguaggio ironico, sarcastico ma allo stesso tempo sapientemente serio e profondo, Onorato raggiunge un equilibrio perfetto tra un intrattenimento teatrale e un racconto di verità. Nel mezzo dello spettacolo, speri quasi che non finisca mai. Un’alternanza di stili, di ritmi narrativi che variano tra il raccontare poetando e il raccontare cantando, rappando, si finisce per essere assorti totalmente nello stile artistico e performativo di Onorato, apprezzandolo per il coraggio e l’ardore con cui lo fa.

Scatto preso dal profilo IG personale e pubblico dell’artista

Con picchi altissimi di emotività, Onorato costruisce un climax potente per cui empatizzare col protagonista della storia. Il mix di musiche accuratamente selezionate, reggono il tutto amplificando al massimo l’esternazione delle parole portate in scena. Arduino diviene quindi amico di tutti, familiare. Vorresti approfondire tutto di lui e saperne di più.

E quando l’ultima pagina delle sue poesie si esaurisce… tu muori con il poeta. Dopo esserti interrogato su temi universali, sperimentati e pensati, ci si sente alleggeriti da una consapevolezza condivisa.

Quello di Onorato è un teatro nuovo. È la rappresentazione di un tempo attuale in grado di riportare il pubblico in teatro con lo stupore e l’aspettativa di godere della visione.

Scatto preso dal profilo IG personale e pubblico dell’artista

A.L.D.E è uno spettacolo che si fa portavoce di una nuova riforma, di un nuovo gusto ed interesse che riaccende la speranza nel pensare che c’è ancora tanto da dire, con nuovi metodi, con nuove espressioni in grado di attrarre l’attenzione e il gusto di uno spettatore attento e coinvolto. Lo fa attraverso un linguaggio a volte brutale, sporco, non stabilito. È una veglia funebre che scavalca in rottura, un concetto convenzionale di rispetto, rendendolo così assai più intimo e vero. Una messa animata di emozioni e suoni della vita. Una messa partecipata per e con Arduino stesso.

In conclusione, lo spettacolo in questione annulla persino la classificazione di chiamarlo spettacolo perché in modo dirompente ci riporta ad una realtà già conosciuta, quella della vita di tutti i giorni, ma che sente il bisogno di ricordarla al meglio.

Gaia Courrier.

Laureata in Progettazione di Eventi Per l'Arte e lo Spettacolo, dopo un master in sceneggiatura attualmente lavora nel campo editoriale.
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