Matthew Perry – Friends, lovers and the Bing Terrible Thing

Questa rivista non può esimersi dal ricordare le persone che hanno fatto e fanno parte dello show business. Nasce proprio dalla necessità di raccontare la cultura, il mondo dello spettacolo e tutto quello che gravita intorno ad esso, sotto punti di vista diversi. Non stiamo dicendo di avere la certezza di riuscirci sempre, però non smettiamo mai di provarci. Ecco perchè questo non è un “coccodrillo” che avevamo preparato da tempo, ma semplicemente un articolo, sicuramente affine ai fatti di cronaca ma da un punto di vista diverso.

Estate ’23, nel bel mezzo di un’inutile conversazione tipicamente estiva, mia moglie si lamentava del fatto che avessi ricominciato a rivedere per la 300 millesima volta Friends, io arrampicandomi sugli specchi spiegavo agli astanti, che in realtà la stavo si riguardando ma in inglese, perchè avevo letto da qualche parte che era ottima per impararlo. Ovviamente mentivo, ogni anno\anno e mezzo la riguardo perchè mi piace e perchè potrei scandagliare con minuzia tutto il catalogo Amazon, Netflix e Disney… (compresi tutti gli altri), ma a parte qualche piccola eccezione non c’è niente che si rinnova in continuazione come Friends, pur essendo finito nel 2004. Nel bel mezzo della discussione, una delle uditrici (Elvi, zia di mia moglie e accanita divoratrice di libri) mi fa:

«Hai mai letto l’autobiografia di quello che fa Chandler?»

E io no… no, che non l’avevo letta, mi limito a riguardare Friends e sul personaggio in questione, a chiedermi com’è che abbia messo e tolto peso così drasticamente, stagione dopo stagione. Ho sempre pensato che fosse qualcosa legato ad un voler dimagrire e poi riprendere chili, troppi chili. Cose che capitano a noi comuni mortali, ti spremi per perdere 10 kg, poi ne rimetti 20, il tutto amplificato dal fatto di essere una star di Hollywood.

«Dovresti leggerla è una lettura piacevole, a tratti pesante… ma prova a leggerla»

Ora potrei convincervi che amo leggere questo tipo di storie per (presunta) deformazione professionale, ma la verità e che siamo dei grandi impiccioni, e vogliamo sempre entrare nelle vite private di coloro i quali ci hanno accompagnato attraverso lo schermo (grande o piccolo) o la musica, o qualsiasi altra cosa che ci sia realmente entrata in profondità. Perciò ho cominciato a leggere e questo libro inizia così:

Salve, il mio nome è Matthew, anche se potreste conoscermi con un altro nome. I miei amici mi chiamano Matty. E dovrei essere morto.

Basterebbe questo semplice inizio per illuminare l’ingenuità dei giornali italiani, che come un sol uomo, si sono precipitati a scrivere titoli del tipo:

Matthew Perry morto, sul set di Friends quasi mai sobrio e l’abuso di oppiacei. Il dramma delle dipendenze di ‘Chandler’.

QuotidianoNazionale

 

Matthew Perry era sposato e aveva figli? Tutte le relazioni, alcune con le donne più famose di Hollywood. 

Matthew Perry morto, Chandler di Friends e la dipendenza da alcol e droghe. L’ultimo post nella vasca dove è stato trovato senza vita. 

Il Messaggero

Dal Vicodin all’alcol, tutte le dipendenze di Matthew Perry.

Vodka, antidolorifici, quindici tentativi di riabilitazione: una vita eternamente in bilico.

Repubblica

 

Matthew Perry e la “profezia” nell’ultimo suo post su Instagram: una foto proprio da quella vasca idromassaggio dove ha trovato la morte. 

Il Fatto Quotidiano

Il Fatto l’ho volutamente lasciato per ultimo, ce ne sarebbero altri, ma vi risparmio le stronzate a fiumi. L’ho lasciato per ultimo, proprio perchè da la chiara e limpida impressione di quello che è il giornalismo italiano in questi casi. É probabilmente l’unica redazione che stimo, ma proprio loro scrivono la cagata più grande. Un uomo milionario muore nella sua vasca da bagno vista oceano, poco prima o qualche ora prima si fa una foto, con una frase del tutto irrilevante, in quella stessa vasca: è una profezia. Ma andate a cagare!

Tornando al Libro noi dell’Argante non ci guadagniamo niente a consigliarlo, il caso ha voluto che io finissi di leggerlo non più di un mese fa. Scorre benissimo, è divertente, vero, senza esclusioni di colpi. La frase iniziale non è una profezia è realtà. I racconti di Perry, sono conditi da una sana ironia, ma quello che lui stesso racconta è un grosso interrogativo: Con tutto quello che è successo, che mi sono auto-inflitto, perchè sono ancora vivo? Vi assicuro che non è un auto biasimarsi, ma è un puro calcolo incredulo, sia per scrive, che per chi legge, delle probabilità che la vita e la morte riservano ad un esistenza così pittoresca, travagliata e vissuta ai bordi dell’impossibile.

Un viaggio che va dalla sua infanzia, segnata dal desiderio di emergere, al raggiungimento della fama e poi alla dipendenza e al recupero, dopo essere stato in fin di vita. Prima delle frequenti visite in ospedale e dei periodi di disintossicazione, c’è stato un Matthew di cinque anni, che viaggiava da Montreal a Los Angeles dividendosi tra i genitori separati; un Matthew di quattordici anni, stella del tennis canadese; un altro Matthew ancora, che a ventiquattro anni ha ottenuto l’ambitissimo ruolo da co-protagonista nel cast della serie più attesa del momento, allora chiamata Friends like us (divenuta poi famosa in tutto il mondo col titolo di Friends)… e molti altri ancora. Nelle pieghe di una storia straordinaria che solo lui poteva scrivere – e con la voce appassionata, esilarante e calorosamente familiare che lo caratterizza –, Matthew Perry racconta senza reticenze la famiglia che lo ha cresciuto (e che lo ha anche lasciato a se stesso), il desiderio di riconoscimento che lo ha spinto verso la fama e il vuoto interiore, che non poteva essere colmato nemmeno dalla realizzazione dei suoi sogni più grandi. Ma racconta anche la pace che ha trovato nella sobrietà, e come ha vissuto l’immenso successo di Friends, condividendo aneddoti sui suoi compagni di cast e sulle altre star che ha incontrato lungo il cammino. Schietto, consapevole e venato dall’umorismo che abbiamo imparato a conoscere, Perry descrive in modo vivido la sua battaglia contro la dipendenza da alcol e droghe e il motivo per cui, nonostante avesse apparentemente tutto, nulla riusciva a renderlo felice.
Friends, amanti e la Cosa Terribile è un memoir indimenticabile, intimo e illuminante, che offre una mano tesa a chiunque stia lottando per la sobrietà. Brutalmente sincero, divertente e a tratti tragico: questo è il libro.

Questo articolo è un saluto a Mattman così usava firmarsi Perry, la sua passione per Batman e i continui rimandi al suo essere un Bruce Wayne senza pirotecnici atti eroici sono un ulteriore invito curioso a leggere il libro. Questo articolo ha la volontà di riportare tutto sotto la soglia dell’umanità, tagliando via la banale curiosità morbosa. Un uomo ha sentito il bisogno di raccontare la sua storia, l’ha fatto a modo suo… c’è tutto Matthew Perry fra le righe di quello che scrive. Alla fine del racconto, Matty è vostro amico, è amico di tutti. Un uomo che al massimo si è autodistrutto, ma che non ha mai fatto male a nessuno. Attenzione non vi verrà voglia di compatirlo, nemmeno di dire che se l’è cercata. Alla fine del libro, avrete conosciuto meglio una persona, che vi dirà tutta la verità che gli è possibile. Forse però troverete ancora più irritanti i giornali italiani, ma quello ormai è cosa comune. I suoi 54 anni sono stati un miracolo, e d’altra parte il mondo che l’aveva portato alle stelle lo evitava da un po’. Per cui, questa non è la classica storia dell’idolo che muore in circostanze incredibili e che vi dovrebbe stimolare curiosità macabre. É solo una gran bella storia, seppur con i suoi lati oscuri. Matthew Perry è dannatamente figlio del suo tempo.

 

Piccola appendice: 

Alcuni tratti di questo libro sono scritti così bene, che è materiale da portare in scena, in tempi non sospetti durante la lettura, ci ho fatto più di un pensiero, chissà… forse un domani.

Marco Giavatto

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