L’Argante #123 || Speciale Rocky – Cap. II E’ sempre meglio vincere

Proprio come il primo anche questo è stato prodotto, diretto, scritto e interpretato da Sylvester Stallone.

Simone T.

Rocky II è un film del 1979 e poteva riguardarci da vicino visto che in una prima versione della sceneggiatura l’incontro di rinvincita fra Rocky Balboa e Apollo Creed si sarebbe dovuto svolgere a Roma. Il titolo conosciuti da tutti è il semplice Rocky II così come lo vediamo ma in Europa venne invece rilasciato come Rocky II: Redemption (redenzione).

Dopo l’enorme successo di critica e di pubblico, Stallone prende in mano interamente le redini del progetto, questo a tratti segnerà un calo dal punto di vista qualitativo nella generale programmazione e realizzazione del film.Il film inizia con la fine del I capitolo, ci si prepara perciò ad una lunga traversata verso quello che sarà il secondo match, mentre era stato lo stesso Apollo a dire Rocky, nel centro del ring, ambedue stremati dopo 15 round: “Non ci sarà rivincità“.

Simone T.

 

Il cuore di un pugile e l’animo combattivo fanno appena in tempo ad attraversare la città su di un’ambulanza per voler ricominciare a combattere ovunque persino all’ingresso del pronto soccorso e su una sedia a rotelle.

Tutto quest’inizio rendono inutili i 5 minuti che sembrano quasi un’eternità dei titoli di testa, tutti ripresi dalla prospettiva della sirena dell’ambulanza.

Simone T.

In realtà il film è per Stallone un romanzo (a puntate) a tutti gli effetti, lo testimonia anche l’uscita di un romanzo tascabile scritto da Stallone per il sequel, per lo più in prima persona attraverso l’imperfetto inglese di Rocky, aggiungendo alcuni pezzi separati in terza persona in inglese corretto ogni volta che l’eroe non era coinvolto nella storia.

Il filo rosso del film e forse anche del sequel è il concetto delle opinioni degli altri che pesano sempre come un macigno. 

Simone T.

L’opinione pubblica secondo cui l’incontro è stato combinato o una farsa, divora pian piano Apollo che le proverà tutte per stanare Rocky, ormai ritiratosi dai combattimenti e se vogliamo fin da subito si ha la sensazione che Apollo se la vada un po’ a cercare, il classico monito di non svegliare il can che dorme, forse l’unico ad averlo capito è il suo allenatore: “Duke” l’attore Tony Burton che in una scena del film prega insistentemente il pugile afro-americano di desistere. E’ l’orgoglio che spinge Apollo ha fare il primo errore della sua vita professionale e umana, continuare a sfidare Rocky anzichè scegliere pugili alla sua portata con cui avrebbe vinto sicuramente. Anche Rocky casca in pieno nel gioco di Apollo ma la sua situazione “familiare” lo distrae totalmente dagli allenamenti e preannuncia una sconfitta sicura. 

C’è molta umiltà nel messaggio che vuole dare Stallone, questo Rocky vuole fare qualsiasi cosa pur di mantenere la promessa fatta alla sua Adriana, riceve anche diverse umiliazioni tentando di fare i caroselli che gli avrebbero dovuto garantire un futuro quanto meno più sicuro. Se è vero che Rocky II non ha avuto lo stesso successo dell’originale che aveva vinto l’oscar come miglior film, tuttavia Rocky II ha vinto il premio come Miglior Film all’American Movie Awards. Ha anche vinto il Favourite Motion Picture al People’s Choice Awards, dimostrando una volta per tutte che Rocky è il campione del popolo. Quando il figlio nasce e Adriana è ancora in coma, il destino di Rocky come pugile sembra segnato, poi però Adriana non sono si sveglia ma prega Rocky di vincere e li il ritmo delle emozioni, delle scene e della musica va alle stelle, tutto si carica. Curiosità: Il figlio di Rocky che vediamo nel film, è interpretato da Saergeoh il vero neonato figlio di Stallone.

La differenza con il primo però la notiamo nel messaggio che Rocky non riesce più a dare si mette a livello del suo avversario.

Simone T.

Da un lato è vero che il popolo è con lui: Oltre 800 bambini delle scuole locali sono stati utilizzati come comparse per la fine di quella scena di allenamento, dall’altro lo vediamo già sulla via della civilizzazione estrema, male peggiore che possa cogliere ogni pugile degno di nota.

Il Dio denaro annebbia la solidità dei valori americani, forse è questo il messaggio che Stallone vuole dare quando il suo personaggio comincia a spendere tutto quello che il premio in denaro per l’incontro gli ha fornito.

Simone T.

Compra cose che non sa usare come l’auto: (Stallone aveva acquistato veramente la Pontiac Trans Am nero e oro del 1979 che possiamo ammirare in alcune scene del film.) Una casa senza nemmeno guardarla e tutto quello che non poteva avere prima di permetterselo. Molto viene ripreso dal primo film ma quello che viene sempre più sviluppato è il racconto familiare con Adriana, sempre importante anche il ruolo di Burt Young, nel personaggio del fratello e di Micky allenatore che si unisce all’idea del ritiro di Rocky per via dell’occhio non più in grado di combattere, qui sta una delle migliori prerogative di Stallone quella cioè di inventarsi delle idee da problematiche fisiche: in questo film cambia modo di combattere e sorprende l’avversario. (Curiosità: Stallone sollevava di panca piana 100 kg mentre il film era in produzione. Inaspettatamente, appena prima di filmare la scena dell’incontro finale, il peso è caduto, strappando il suo muscolo pettorale destro, cosa che ha richiesto ben 160 punti di sutura. Le scene sono state girate ugualmente nonostante le ferite di Stallone.

Ci sono voluti ben otto mesi di lavoro al montaggio per giungere all’editing del match finale con Apollo che convincesse Sylvester Stallone. Il film ha una sceneggiatura che a tratti sembra essere pesante, sicuro del successo del primo, Stallone cambia poco e a volte appesantisce il tutto.
A mio parere ci sono dunque anche degli errori dal punto di vista dell’idea di riscatto personale, ma anche nella natura della costruzione epica e nel messaggio etico che si vuole dare.
Simone T.
C’è da osservare come anche in questo caso il budget è stato molto risicato infatti sono stati spesi solo 7 milioni di dollari per la realizzazione, incassandone ben 200 milioni in tutto il mondo. Insomma si può essere felici senza vincere, ma vincendo lo si è ancora di più. Potete guardare il video integrale della recensione si Simone Trevisiol qui: 
 I punti di vista e le curiosità scritte da me e Simone nei confronti di questo film sono a volte simili, ma anche diverse, vi invitiamo pertanto a vedere il video della recensione per saperne di più. Alla prossima.
Vi diamo appuntamento alla prossima, con il capitolo III. 
 
Marco Giavatto e Simone Trevisiol. 

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