LeImpertinenti#6: “Il tango delle capinere”

“IL TANGO DELLE CAPINERE”

Domenica 14 Maggio 2023, Teatro Argentina – ROMA.

 

 

Il tango delle capinere è la danza della vita di due innamorati. E’ l’approfondimento di uno studio, Ballarini, che faceva parte della Trilogia degli occhiali. In questa occasione il tango delle capinere diventa uno spettacolo a sé stante che, componendo il mosaico dei ricordi, rende più sopportabile la solitudine di una donna giunta nell’ultima fase della vita.

Questo si può leggere sul sito teatrodiroma.net

 

Partendo da questa frase, estrapolata dalla sinossi\spiegazione allo spettacolo, sul sito del Teatro Argentina (all’interno del complesso di Teatri gestiti dalla Fondazione Teatro di Roma), troviamo forse, la risposta alla perplessità maggiore che può nascere dalla visione di questo lavoro: qual è il senso di questo spettacolo?

Attenzione alle parole, perchè oggi più che mai fanno presto ad essere risucchiate nel girone del permalosismo estremo. Lo spettacolo ci è piaciuto ma nel leggere che faceva parte di una trilogia, forse (e ripetiamo forse) si ha ancora di più la percezione che manchi qualcosa alla rappresentazione solitaria dello stesso.

Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco

Procediamo con ordine: agli interpreti Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri va il plauso più grande, ci sono piaciuti fin dall’inizio, sono un marchio di fabbrica della produzione di Emma Dante, ma sopratutto sono uno dei pochi esempi italiani di completezza artistica. Loro possono ballare, cantare e recitare. In un Paese come il nostro dove la maggior parte della rappresentazione teatrale è affidata ancora alla figura del grande attore di stampo ottocentesco (è già difficile parlare di grandi attrici, figuriamoci di artisti completi), vedere la tecnica espressiva di questi due interpreti fa bene e dovrebbe far riflettere tutti quegli organismi autoreferenziali che si auto-premiano per aver rimesso su un soporifero testo irrigidito dal tempo, dalla regia e dagli attori, ma questa è un’altra storia (la solita vecchia altra storia).

all’allestimento e quindi alla regia vanno ulteriori complimenti: due casse e nulla più, (sarebbe limitativo descriverlo così) che non sia una scusante per chi usa questo escamotage ma non ha idee, è al tempo stesso un modo per smascherare chi crea scene elaboratissime e li si ferma, perchè ha pensato all’estetica e solo ad essa dello spettacolo e non ai ritmi, ai dialoghi, alla storia, ai già citati interpreti. Questo è uno spettacolo che dimostra come fare centro, con pochi elementi ma usati nel modo perfetto. Emma Dante ci ha abituato negli anni ad allestimenti che la maggior parte della critica potrebbe definire scarni, ma ripetiamo non servono, c’è la storia, si segue volentieri così com’è, questo perciò è sintomo di successo… al di là del pubblico e degli incassi, nel complesso è una produzione di successo e geniale.

L’unica nota dolente è in realtà un interrogativo. Non possiamo parlare male di questo spettacolo, ma arrivati a metà rappresentazione (dura 1h complessivamente), ci si chiede se il finale che arriverà è qualcosa che ci sorprenda completamente o banalmente il normale corso degli avvenimenti. Se vogliamo è ancora più strana la conclusione, poiché si ha le percezione che la regista e autrice palermitana si faccia scacco matto da sola, come a dire: “e adesso come ne esce?” a nostro avviso, (ma si fa presente che è la nostra misera opinione) non ne sa uscire, anzi si spegne come quelle fiamme generate da fiammiferi e quindi belle fin dall’inizio, ma poi impossibili da deviare dalla propria traiettoria di auto flebile spegnimento. E allora tornando all’inizio di questa disamina ci chiediamo: le restanti parti della trilogia, darebbero più senso a quanto visto? Non le abbiamo viste nel suo complesso e quindi ci limitiamo ad apprezzare quanto goduto nella meravigliosa cornice del Teatro Argentina e a tenere aperto il nostro interrogativo.

Nota finale: Il Teatro era esaurito, il che fa sempre piacere, anche soltanto osservare la varietà del genere di pubblico presente.

 

Ernesto Censere

Il tango delle capinere

di Emma Dante
regia Emma Dante
con Sabino Civilleri e Manuela Lo SiccoLuci Cristian Zucaro
assistente alla regia Daniela Mangiacavallo
organizzazione Daniela Gusmano

produzione Atto Unico 

in coproduzione con Teatro Biondo Palermo / Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale / Teatro di Roma – Teatro Nazionale /  Carnezzeria / Théâtre des 13 vents, Centre dramatique national Montpellier / MA scène nationale – Pays de Montbéliard

In collaborazione con Sud Costa Occidentale

coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma.

 

 

#LeImpertinenti (libere recensioni teatrali). Il nostro intento è quello di vedere gli spettacoli prima e recensirli poi, pratica oramai in disuso da parte dei maggiori #critici” del nostro tempo (che prima li commentano e poi non li guardano nemmeno). Non è nostro interesse recensire per avere accoglienze speciali o ingressi omaggio, inviti o riconoscimenti. Quello che ci preme è lo spettacolo! Per goderne sentiamo il bisogno di svincolarci dalle convinzioni, dalle pose (e sopratutto) dalle posizioni.”  A volte perciò potrebbe capitare che queste recensioni possano piacere meno e a volte più, non avendo #obblighi” di compiacere nessuno, sarà lo spettacolo a trarne la massima attenzione.

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Invitiamo chiunque sia dotato di volontà e spirito critico a scriverci all’indirizzo email: info@geneticamentemortificati.com per pubblicare le vostre impressioni e le vostre recensioni sugli spettacoli dal vivo che avrete la possibilità e la curiosità di andare a vedere. La pubblicazione sotto il nome di #ErnestoCensere sarà garantita dallo staff della rivista in totale forma anonima, perché più che la vostra identità, ci interessa il vostro punto di vista.

La redazione.

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