L’Argante #54 E’ arrivata la calcolatrice

Cosa accade nel mondo in cui stiamo vivendo?

Come facciamo oggi le stesse cose che facevamo ieri in maniera del tutto differente?

Stiamo davvero spazzando via il passato?

La tecnologia ci aiuta a vivere meglio e sostituisce davvero il passato?

Mi faccio spesso queste domande e rifletto su ciò che è e su quello che verrà. Ma la domanda che mi piace di più e sulla quale mi concentro ogni giorno cercando nuove storie è: davvero le tecnologia ci sta arricchendo? Negli ultimi 20 anni tutto si è digitalizzato. O meglio i prodotti che potevano essere interamente digitalizzati, si sono digitalizzati al 100%, altri si sono digitalizzati parzialmente. Abbiamo scoperto che una canzone, un film, un libro, un’immagine potevano essere trasformati interamente in una serie di numeri e sono nati servizi fantastici come iTunes, Kindle o Youtube per lo streaming dei contenuti, Netflix, Google Arts&Culture e molti altri. Fino a cambiare addirittura la fruizione di un prodotto da parte delle persone. Le abitudini di una massa. 

Immagini, audio-visivi, testi. Tutta la conoscenza a portata di click.

Ma tutto questo ci ha impoveriti o ci ha arricchiti?

Tutte le nuove tecnologie nella storia non sono riuscite a dare una risposta semplice a questa domanda che sempre le riguarda. 

Ma la risposta E’ semplice. Solo che non si trova nelle tecnologie.

Nel 1971 la Facit 1111 costava 400 dollari pesava mezzo chilo ed era la prima calcolatrice portatile in commercio. Come ogni nuova tecnologia (anche se la storia della calcolatrice inizia quasi un secolo prima) nel giro di pochi anni divenne leggera, poco costosa, piccola e di conseguenza accessibile a tutti. All’epoca la facilità di risposta che dava la calcolatrice spaventò il mondo. Si pensò che le persone avrebbero smesso di imparare a “fare di calcolo” con la loro testa e che questo avrebbe portato ad un grande impoverimento intellettuale. Sembra difficile da pensare ma cerchiamo di storicizzare, cioè di metterci nei panni di chi viveva in quella determinata epoca. Nel tempo si è capito che l’essere umano non è diventato più stupido smettendo di imparare a memoria conti e tabelle. Ma anzi, sorvolare quei procedimenti di calcolo ha permesso di approfondire la ricerca con un enorme risparmio di tempo. 

Credo che questa sia una delle chiavi di volta della nostra storia tecnologica: risparmiare tempo in operazioni appurate ci permette di fare cose migliori. 

Questo non significa non avere appreso quei procedimenti, ma delegarli alla tecnologia. Ognuno di noi sa prendere un mezzo, recarsi in una biblioteca, fare una ricerca su 20 volumi per scrivere un articolo o una tesi di laurea ma oggi internet, le biblioteche digitalizzate, Wikipedia e molte altre realtà della nostra epoca ci permettono di risparmiare tempo e soldi su questi procedimenti. Credo che questo sia senza ombra di dubbio un enorme arricchimento. 

Quando ero studente di storia del cinema a Firenze all’inizio degli anni 2000 trovare alcuni documenti cinematografici era davvero un impegno enorme. Si doveva chiedere una copia alla RAI, visionarla in loco senza potersi soffermare troppo tempo a studiare determinate inquadrature e le copie erano spesso di mediocre qualità, fruibili su schermi piccoli, con cuffie non funzionanti, in stanze buie e per la verità poco vivibili. 

Oggi i servizi di streaming (e affini) sono quelli che io amo definire “biblioteca di Alessandria” dei film e della musica. Un click ci apre le porte della conoscenza. Qualcosa che ancora oggi mi sorprende, quasi una felicità a cui non riesco mai ad abituarmi. 

Senza dubbio è arrivata la calcolatrice. Di nuovo. Può piacerci oppure no ma la tecnologia non si fermerà per noi. La nostra calcolatrice moderna è questa enorme accessibilità al sapere. E’ la “i” che Steve Jobs decise di porre davanti ai nomi dei prodotti e dei servizi della sua società, quella che stava per Internet ma anche e soprattutto instruct, inform e inspire. Non voglio soffermarmi a fare troppa filosofia su questo, ogni avvento tecnologico ha portato distruzione e ricchezza perché ogni scoperta è finita in buone e cattive mani e può essere utilizzata bene o male. 

Ma allora la discriminante qual’è? E quale sarà sempre?

E Perché la risposta non si trova nelle tecnologie?

Perché la risposta ad arricchimento o impoverimento… siamo noi.

Non una nuova tecnologia. 

Ma le persone.

Non una maggiore accessibilità, 

Ma il modo in cui questa viene utilizzata.

Non è la calcolatrice.

Ma la quinta “i”: Individual.

Per quanto mi riguarda io voglio pensarla  come un arricchimento. Come la pensava il Signor Chaplin che nel 1940 fece un brillante ragionamento sulla tecnologia nel discorso finale del suo celebre film “Il Grande Dittatore”: “Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi.  … L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti. La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo. Non disperate! Perché la pochezza di uomini che temono le meraviglie del progresso umano è soltanto un male passeggero.”

 

Stefano Chianucci

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