L’Argante 214 – Situazioni: il primo anno di Affondi Teatrali a Ponte a Ema

Situazioni – Affondi Teatrali: il primo anno del corso targato “IGeneticamenteMortificati” in scena al Teatro di Ponte a Ema

È stato un anno di scoperte, prove, emozioni, tentativi e affermazioni quello vissuto dai partecipanti al corso di teatro “Affondi Teatrali”, il laboratorio nato sotto l’egida della compagnia fiorentina IGeneticamenteMortificati, che conclude, lunedì 26 maggio 2025 la sua prima annualità con lo spettacolo “Situazioni”, portato in scena al Teatro di Ponte a Ema. Un titolo semplice, ma evocativo, che racchiude in sé l’essenza stessa del lavoro svolto: affrontare, vivere e trasformare in espressione artistica le situazioni che ci abitano e ci attraversano ogni giorno.

Un corso che è più di un corso

Non è stato un semplice laboratorio teatrale per Maria Donata Moschitta, Tommaso Luci, Matteo Bianchini, Silvia Piccini, Luca Nannelli, Lisa Masini, Francesca Berti, Cristiana Fracassini. “Affondi Teatrali” nasce da un’idea forte e ben radicata: il teatro come viaggio di scoperta di sé attraverso l’arte, la parola, il corpo e la voce. La compagnia IGeneticamenteMortificati ha voluto creare qualcosa che andasse oltre il classico percorso teatrale. Non solo studio di testi o interpretazione di personaggi, ma un lavoro costante sulla propria identità artistica, sulle emozioni, sulla relazione con gli altri.

Come ha dichiarato Serena Politi, insegnante del corso insieme a Giuliana Frasca:

“Un percorso teatrale che va oltre la semplice messa in scena: un’esperienza di crescita personale e artistica che ti porterà a scoprire e sperimentare lo stile persone e unico di tutti i corsisti attraverso lo studio di testi comici, drammatici, farseschi, monologhi e dialoghi brillanti.”

E così è stato. Un anno denso di incontri, di tecnica, di improvvisazione, di cadute e risalite, di scoperte improvvise e riflessioni meditate. Un anno in cui i corsisti hanno imparato a conoscere se stessi nel confronto con il gruppo e con le parole dei grandi autori teatrali, guidati da un team di professionisti affiatato e appassionato.

Il successo di questo primo anno non può che essere attribuito anche al corpo insegnanti. Serena Politi e Giuliana Frasca, con la loro esperienza e il loro sguardo attento e umano, hanno saputo costruire un ambiente sicuro e stimolante, in cui ogni partecipante potesse sentirsi accolto, ascoltato e valorizzato.

A loro si sono affiancati nomi importanti del panorama teatrale toscano e nazionale: Nicola Fornaciari, Ivan Periccioli, Paolo Biribò, solo per citarne alcuni. Figure con un vissuto artistico ricco e differenziato, capaci di trasmettere ai corsisti non solo tecniche e strumenti, ma soprattutto una passione vera per il palcoscenico e per ciò che accade tra attore e pubblico, tra parola e silenzio.

Lavorare su voce, improvvisazione, drammaturgia, studio del personaggio, ha permesso a ciascun allievo di affrontare il palcoscenico con consapevolezza crescente, e soprattutto di capire che recitare non significa fingere, ma rendere vera ogni emozione, ogni gesto, ogni parola.

Lo spettacolo: “Situazioni”

Il risultato finale di questo percorso è stato lo spettacolo corale “Situazioni”, un patchwork teatrale in cui si alterneranno scene brillanti, drammi intensi, ironie taglienti e riflessioni profonde. Un collage emotivo e scenico che mostrerà al pubblico il cammino svolto, ma soprattutto la varietà delle esperienze vissute.

Il titolo dello spettacolo non è casuale. “Situazioni” rappresenta il cuore del lavoro: l’osservazione della vita quotidiana, l’ascolto dell’altro, l’analisi di ciò che ci accade e l’espressione artistica che da tutto questo può scaturire. I corsisti si sono messi in gioco senza filtri, accettando il rischio dell’errore come parte integrante del processo creativo.

A rendere ancora più speciale la serata, la scelta del Teatro di Ponte a Ema, uno spazio vivo e accogliente che saprà amplificare la magia del momento, farà sentire i partecipanti protagonisti veri, non solo attori.

Il valore del teatro oggi

In un mondo in cui la comunicazione è spesso veloce, effimera, digitale, fare teatro rappresenta un atto profondamente umano e rivoluzionario. Vuol dire rallentare, ascoltare, confrontarsi, collaborare. Significa imparare a respirare insieme, a fidarsi dell’altro, a costruire una comunità.

Il teatro oggi è ancora – forse più che mai – uno strumento potente di crescita personale, soprattutto per le nuove generazioni che si trovano a fare i conti con l’insicurezza, l’individualismo, l’omologazione. Frequentare un corso come “Affondi Teatrali” significa uscire dalla propria zona di comfort, imparare a sbagliare, a emozionarsi, a gestire la tensione e a condividere un obiettivo comune.

E questo vale a tutte le età. Non c’è limite temporale per mettersi in gioco, per trovare nel teatro una seconda occasione, uno spazio di libertà e di rinascita.

La forza del gruppo

Uno degli elementi che più colpisce nei racconti dei corsisti è il senso di appartenenza che si è creato nel gruppo. Giorno dopo giorno, le lezioni non sono state solo esercizi e prove, ma veri e propri momenti di costruzione collettiva.

Come in ogni esperienza teatrale ben riuscita, la collaborazione è stata il motore principale. L’energia del gruppo ha alimentato i singoli, e viceversa. Ognuno ha portato qualcosa di sé, e ha ricevuto in cambio strumenti, emozioni, legami.

Il primo anno di “Affondi Teatrali” si chiude con un bilancio più che positivo. Lo spettacolo “Situazioni” è stato il punto d’arrivo di un percorso, ma anche la base per costruire nuove strade.

La compagnia IGeneticamenteMortificati conferma la volontà di continuare a investire nella formazione teatrale, portando avanti un progetto che non è solo artistico, ma anche sociale, umano, comunitario. Le iscrizioni per il secondo anno del corso sono già in preparazione, e nuove sfide attendono i futuri partecipanti.

Perché fare teatro, oggi, non è solo salire su un palco, ma scegliere un modo diverso di stare al mondo: più presente, più consapevole, più empatico.

E come diceva Eduardo De Filippo:

“Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri nella vita recitano male.”

Lucia Anazarbo

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