“TRA ERACLE ED ERMES: LE FRONTIERE DELL’UMANO NELL’ERA DELLA COMPLESSITA”
Ospite del simposio il professore Antonio Natali , già Direttore Galleria degli Uffizi Firenze.
Si è svolto in questi giorni il sesto simposio dedicato ai “limiti umani” rivolto ad un vasto pubblico ma soprattutto ai giovani questo ci dice Alessandro Ricci Vice Presidente dell’Accademia.
Un convegno che punta l’obbiettivo sulle ultime generazioni, quelle che hanno più bisogno di essere ascoltate per le tante difficoltà che ogni giorno devono affrontare durante gli anni di studio e poi nel mondo del lavoro. Hanno collaborato per la riuscita del Festival gli studenti del Liceo Classico Marsilio Ficino di Figline Valdarno, i licei del Valdarno Fiorentino e quelli della città di Arezzo. Il Festival ha aperto i battenti il 9 maggio scorso e si è concluso il giorno 11 maggio nella suggestiva piazza di Figline Valdarno.
Abbiamo cercato di mantenere una certa classicità nel titolo del festival, per ricordare quanto sia importante il nostro territorio nei confronti della storia dell’arte, dei tesori nascosti nei musei della zona e dei vari Comuni limitrofi. Abbiamo dunque voluto valorizzare il nostro patrimonio culturale che forse non tutti conoscono.
Il tema di quest’anno si pone nella prospettiva dei “limiti” da un lato Eracle l’eroe dalla forza invincibile, dall’altra Ermes, il Dio che porta i messaggi degli Dei e quindi intelligente e astuto con mille risorse intellettuali. Colui che alla fine della vita accompagna le anime oltre il limite dell’esistenza. La forza e l’intelligenza quindi, il confine estremo e l’oltre inquietante.
Una dialettica continua fra voluntas nascendi e cupio dissolvi, fra horror vacui e studium vitae animata dal soffio possente d’un fatale andare, oltre la morte… Alexandros, 34, sg.
Così, i limiti diventano frontiere che se da un lato dividono e separano dall’altro sembrano provocare e chiedere di essere scardinati e rifondati in una dialettica insanabile fra creatività e responsabilità, fra potenza e inganno, fra illusione e angoscia, fra timore e fiducia.
Alessandro Ricci
Durante l’evento si sono alternati molti relatori: insegnanti, psicologi, sociologi, filosofi, giornalisti e politici. Ospite d’onore il prof. Antonio Natali ex direttore della Galleria degli Uffizi, che immancabilmente come è già successo negli anni passati ha accettato l’invito dell’Accademia Marsilio Ficino.
La sua Lectio Magistralis dal titolo “Il silenzio dell’arte e l’oblio del passato” presentata al vasto pubblico dallo storico dell’arte Giovanni Tenucci, è stata seguita con vivo interesse. Natali, con la sua simpatica ironia ha risposto ad alcune domande che gli abbiamo rivolto:
Professor Natali, nell’era della complessità tecnologica e quindi umana quale futuro attende la storia dell’arte, dobbiamo preoccuparci?
Ci sono certe frasi che io sento proferire ma che per mie difficoltà interpretative connesse alla mia età non riesco proprio a capire bene! A me sinceramente questa non sembra l’era della complessità ma piuttosto l’era della “confusione” anche se credo nella complessità. Io ho l’età per averlo fatto il sessantotto, non lo racconto per sentito dire… avevo circa diciassette\diciott’ anni e andavo all’università, noi della mia generazione si fece della complessità la nostra ragione di vita, si spaccava il capello in quattro! Evidentemente come pensano certi politici oggi, allora perdevamo tempo, perché si ragionava, oggi invece si riduce tutto. Diciamocelo, semmai questa è l’era della semplificazione e della banalizzazione generale. L’era dove quel che conta è l’immagine e quel che non conta nulla è la sostanza. Poi, riguardo alla storia dell’arte che potrebbe patirne, beh posso affermare che questa materia patisce da sempre a causa di una politica governativa sbagliata, non faccio distinzioni tra le varie ideologie, perché nel passato tutti i governi sono stati portati a ridurre la questione dell’arte ad un semplice fatto economico. Il museo è diventato il luogo dove si batte moneta e più la batti meglio è.
Chi troveremo nel prossimo futuro nei musei? Chi ci sarà al posto degli storici dell’arte? Un androide? Sarà un robot che innoverà l’accoglienza e ci spiegherà Giotto, Caravaggio o Picasso?
Non voglio esprimermi da persona anziana che pensa alla sua gioventù, ma parlo da persona che avendo lavorato con la storia si rende conto che tutto è cambiato o quasi. Un tempo i musei nascevano come luogo formativo. Oggi sono messi in maniera tale che la gente passa e va via di corsa. Un robot, forse? Può darsi.
Esuliamo dalla trama del Festival per un attimo, le chiedo cosa ne pensa della Gioconda, sbaglio oppure la misteriosa Monna Lisa lei l’ha sempre un po’ demolita, demonizzata?
La Gioconda di Leonardo Da Vinci è quello che è, un testo poetico alto, non lo metto in dubbio ma tutti corrono al Louvre di Parigi solo per vedere lei, come vengono a Firenze per vedere il Davide di Michelangelo. Ma poi, non c’è da cercare nessun mistero nel volto di questa donna famosa che ha fatto scuola ai più grandi, perché Raffaello ricordiamolo parte da lì. Sembra che per strapparle quel sorrisino incerto dal volto (Monna Lisa si stava annoiando in quella posa sostenuta da ore di fronte a Leonardo che la ritraeva) qualcuno dei presenti l’abbia fatta distrarre grazie a dei saltimbanchi che si misero a giocare e a scherzare accanto a lei. Perlomeno è questo che raccontano alcune cronache del tempo. Insomma, ripeto, oggi il museo, com’è strutturato ed organizzato, non è più una risorsa per promuovere conoscenze, per compiere ricerche nuove nel vasto patrimonio culturale che possiede, anche quelle meno conosciute.
Il Ministero della Cultura che cosa si propone?
Scusate se rispondo “volgarmente” ma queste persone che fanno parte del Ministero, non le capisco. Pronunciano frasi fatte tipo “il museo diffuso” lo pratichino! Per loro cos’è la cultura? Io cercai di farlo nel mio piccolo con “La città degli Uffizi”, volli valorizzare il legame tra la città ed il suo territorio.
Quella del professor Natali (Direttore della galleria fiorentina dal 2006 al 2016), (LA CITTA’ DEGLI UFFIZI), è stata una grande iniziativa che ha coinvolto molte province e paesi della Toscana tra cui Figline Valdarno.
Estrapoliamo le sue parole da un’ introduzione alla Collana di Mostre di Antonio Natali scritta alcuni anni orsono:
“Gli Uffizi di Firenze da lungo tempo ormai, non sostenendo la pressione turistica sono diventati impraticabili e Firenze nel suo centro storico, insostenibile. E se gli Uffizi, insieme alla Galleria dell’Accademia (per via del David), sono i fulcri più ambìti, ne consegue la necessità d’accreditare altri siti (e tanti ce ne sono) che in città e nei contorni sono negletti soltanto per la pigrizia di chi dovrebbe promuoverne la conoscenza. Pigrizia imputabile alla certezza assoluta che a Firenze in virtù giust’appunto dei suoi luoghi mitici, saranno comunque sempre in tanti a voler venire. Da anni agli Uffizi si coltiva l’aspirazione a esibire, quanto più possibile, il patrimonio conservato nei locali della riserva: opere meno celebrate e però meritevoli d’esser egualmente rese note. Combinando le due riflessioni quella cioè sull’importanza di far conoscere altri luoghi diversi dai soliti e quella di mostrare creazioni conservate nei depositi, ha preso corpo l’idea di organizzare esposizioni nel territorio, ricorrendo a opere esposte nella riserva degli Uffizi. Proprio dal territorio provengono non pochi di quei dipinti che in Galleria hanno trovato una collocazione aulica. E tant’altri, giust’appunto alloggiati nelle stanze della riserva, hanno relazioni strette col territorio circonvicino. Sulla base di quest’idea s’è pensato fosse vantaggioso progettare una collana di mostre, titolata LA CITTA’ DEGLI UFFIZI (dove “città” non è soltanto Firenze ma anche i posti ad essa attigui, e poi anche oltre) che facesse conoscere opere poco note del museo fiorentino, allentasse il gravame sull’epicentro, e finalmente giovasse in virtù della luce proiettata dalla fama di cui godono gli Uffizi, alla promozione di luoghi limitrofi. Per questa collana di mostre la Galleria non poteva tuttavia andare oltre l’offerta d’un progetto. C’era bisogno di un’istituzione in grado di promuoverlo nei luoghi dei contorni, d’accordare le richieste che da quelli giungessero e di dare infine le garanzie d’una continuità. La Provincia di Firenze ha prestato ascolto agli auspici ed ha deliberato di sostenere nel tempo l’impresa.”
Professor Natali, lasciamoci con un pensiero positivo, una notizia consistente sull’arte, un sogno da realizzare che guardi al futuro. La complessità del tempo in cui viviamo non scalfirà la bellezza, la spiritualità e la naturalezza dell’arte in tutte le sue manifestazioni?
Non sono molto ottimista, la responsabilità è della scuola ma non degli insegnanti, perché vede… se un professore di storia dell’arte lo fai partire con le lezioni dagli uomini primitivi ai giorni d’oggi, come fa in poco tempo a spiegare e a far conoscere ai ragazzi questa materia? L’insegnamento della storia dell’arte è diminuito nelle scuole, sono state tolte delle ore. Un pensiero positivo? Non saprei… parliamo di calcio, però non scrivetelo perché sono viola… e ne subisco tante… anzi no, scrivetelo, spendiamo un pensiero positivo per la squadra di calcio per cui tifo, la Fiorentina!
Laura Privileggi
COMITATO SCIENTIFICO DEL FESTIVAL
Don Carmelo Mezzasalma
Sergio Givone
Stefano Quaglia
Lorenzo Bastida
Alessandra Tarquini
Sabrina dei
Carla Battistini
Gianluca Barone
Bruno Meucci
Giovanni Meucci
Giovanni Tenucci
Lorenzo Artusi
Giusy Frisina
COMITATO ORGANIZZATORE
Accademia Marsilio Ficino Figline-Incisa Valdarno
Sabrina Dei, Carla Battistini, Giovanni Meucci
Lorenzo Artusi, Angelica Ariano, Daniele Cribari
Stefania Banci, Gianluca Barone, Luigia Della Monica
Elisabetta Laria, Marco Poggesi
Fausto Recupero, Giovanni Tenucci, Sandra Vigliotti
Miria Bruni, Rosa Piccolo, Gabriele Poggesi
Filippo Neri, Luisa Secciani Romito, Alessandro Ricci
Margherita Meini, Fiorenza Quercioli