“Ribelle – The Brave”, esce nel 2012 dalla collaborazione tra Disney e Pixar ed è il primo film della Pixar ad avere come personaggio principale una donna. Anche in questo caso la protagonista è una principessa, ma non di quelle tradizionali. La principessa in questione è la scozzese Merida, ragazza indomita, “ribelle”, ma soprattutto coraggiosa.
Una principessa insolita
Che Merida sia una principessa sui generis lo si evince subito. La fulva chioma di riccioli indomabili, il viso tondo senza trucco, i lineamenti esteticamente lontani da qualsiasi altra collega che l’ha preceduta, ci fanno subito capire quanto la scelta della Disney sia di allontanarsi esteticamente dalla perfezione: Merida non attrae per la sua grazia o per le sue delicate fattezze ma per il suo carattere selvatico e per la grande consapevolezza di essere lei la prima e unica timoniera della sua vita.
Merida è un nuovo esempio di principessa, insofferente alle tradizioni del regno e ai suoi doveri regali e ben più desiderosa di curare il suo prodigioso talento di arciera e di vedere bene il suo destino per potere seguirlo con chiarezza e determinazione.
“Alcuni dicono che al destino non si comanda, che il destino non è una cosa nostra. Ma io so che non è così. Il nostro destino vive in noi, bisogna soltanto avere il coraggio di vederlo!”
Ribelle o coraggiosa
Merida: a me non è concesso nulla. io sono la principessa. Sono un’esempio. io ho doveri, responsabilità, aspettative. La mia vita è tutta programmata in attesa del giorno in cui diventerò come mia madre. lei gestisce ogni singolo giorno della mia vita…
Elinor: una principessa deve conoscere tutto del proprio regno, non ride in quel modo e non si ingozza, si sveglia presto, è compassionevole, paziente, cauta, pulita e soprattutto una principessa mira alla perfezione. […] I lord presenteranno i loro figli come pretendenti per il tuo fidanzamento. Sul serio Merida non capisco la tua reazione. Ogni clan presenterà un pretendente che parteciperà ai giochi per ottenere la tua mano… Merida questo è quello per cui ti sei preparata da tutta la vita.
Merida: No! è quello per cui tu mi hai preparato per tutta la vita. Non ho intenzione di farlo. non puoi obbligarmi. Non è giusto
Elinor: Merida è un matrimonio. Non è la fine del mondo
Merida è ribelle, talmente ribelle che nella traduzione italiana questo aggettivo ha superato (erroneamente a mio avviso) quello originale (coraggiosa -the brave-). La sua ribellione però nasce prima di tutto dal suo coraggio di leggere se stessa aldilà di tutto con molta onestà e consapevolezza. Merida non teme il conflitto con la madre né le costrizione imposte dal suo ruolo. Non ha bisogno dell’intera pellicola per salvare se stessa perché oltraggiosamente gareggia per la sua stessa mano a pochissimi minuti dall’inizio. Non ha bisogno di fingersi uomo come Mulan per rivendicare la propria autodeterminazione (qui un nostro personale approfondimento su Mulan). L’idea del principe azzurro non è nemmeno contemplata. Merida si difende con il suo arco, strumento maschile per antonomasia, che maneggia da arciera infallibile. Questa nuova principessa incarna l’etimologia stessa del suo epiteto italiano: “ribelle” (Dal lat. rebellare, der. di bellare ‘combattere, far la guerra) perché combatte, contro l’etichetta, contro le aspettative, contro ciò che sembra già scritto nel destino. Ma allo stesso tempo esprime il suo coraggio fino alla fine, quando deporrà le armi trovando la forza dentro di sé per crescere, per comprendere qual è la cosa giusta da fare per porre rimedio ai suoi gesti avventati.
Come tu mi vuoi
“Ti sei mai chiesta che cosa voglio io? […] Non fai altro che dirmi che cosa devo fare, che cosa non devo fare, cercando di farmi diventare come te.“
il rapporto tra figlia e madre è il vero protagonista del film. La storia di Merida è una storia tutta al femminile. E’ la prima volta che la Disney sceglie di indagare questa intimità con così grande verosimiglianza con il reale. I due personaggi inizialmente sono incapaci di confrontarsi in modo costruttivo, come in ogni relazione madre-figlia, e tentano di affermare l’una sull’altra le proprie idee; di fronte alle pretese della madre di ubbidire alle regole e alle aspettative, Merida sfoggia l’arroganza adolescenziale, mista ad un indiscutibile bisogno di libertà. Insofferente a qualsiasi contraddittorio, non permette a nessuno di suggerirle cosa essere o cosa fare. Impermeabili entrambe al confronto e al compromesso madre e figlia si chiudono in loro stesse cercando di agire la propria supremazia in virtù della loro personale ragione. Il conflitto fra Merida e la madre è uno scontro epico tra tradizione e trasformazione. Vittime entrambe della visione patriarcale, riusciranno a liberarsene solo attraversando insieme un’esperienza che le porterà a riconoscere e ad esprimere amore reciproco, rispetto e ascolto.
A cambiare il destino
Merida di fronte alla caparbietà materna in tema di matrimonio finisce per servirsi di una pozione per “cambiarla”. La sua intenzione è di farle cambiare idea mentre ciò che muterà è il suo aspetto dato che la madre trasformerà in un orso. Oltre al sarcastico contrappasso di diventare un goffo animale per una donna così regale e attenta alla forma, il pericolo maggiore per Elinor è dato dal fatto che il marito anni prima, per proteggere il suo villaggio, aveva perso una gamba contro il terribile orso Mordù e da allora continuava a dargli la caccia. Merida non ha altra scelta che portare sua madre orso fuori dal castello, per allontanarla da suo padre e per tornare alla casa della strega che le aveva dato la pozione per rimediare al danno fatto.
Se il destino vuoi cambiare, dentro devi guardare e lo strappo all’orgoglio causato, riparare.
L’unica possibilità di salvezza per la madre sarà l’avvicinamento dell’una al mondo dell’altra fidandosi e aiutandosi reciprocamente. Solo riconoscendo il grande coraggio della figlia e permettendo a Merida di rispecchiarsi nel suo Elinor potrà salvarsi e tornare umana.
tu mi sei sempre stata accanto, non ti sei mai arresa con me, ti rivoglio com’eri mamma.
L’ascolto reciproco, la fiducia, il mettersi nei panni dell’altra, il cedere il proprio egoismo al compromesso permetterà a Merida e Elinor di annullare l’orgoglio che le ha divise per accogliersi per ciò che sono: perfettibili, umane, ribelli ma enormemente coraggiose.
Serena Politi
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