L’Argante #25 Arte e artisti di strada: che considerazione ne abbiamo al giorno d’oggi?

È ormai da più di un anno che le sale teatrali sono chiuse. È da più di un anno che la maggior parte del “teatro” viene fatto online, sui social o sulle piattaforme di streaming. È da più di un anno che non ci facciamo strappare un biglietto all’ingresso del teatro, che non battiamo le mani dopo una performance eccezionale, che non ci addormentiamo sulla poltroncina rossa durante uno spettacolo estremamente noioso.

E ovviamente la mancanza di tutto questo si fa sentire sempre di più. L’alternativa degli spettacoli e dei concerti visti attraverso uno schermo, almeno per quanto mi riguarda, non è più da ritenersi (e forse in realtà non lo è mai stata) un’alternativa valida. Il teatro ha bisogno del pubblico, necessita di essere performato dal vivo, c’è bisogno di uno scambio di energia che lo renda vivo e senza il quale, a mio parere, non riesce ad esistere.

Per tutti questi motivi, visto che i teatri continuano a rimanere chiusi e visto che la data di riapertura sembra ancora un miraggio, sarebbe bello riuscire a portare, sempre di più, il teatro all’aperto, in strada.

Il teatro di strada nella storia

Ovviamente, non stiamo parlando assolutamente di niente di nuovo. Il teatro di strada esiste da secoli e secoli ed ha portato, nel corso del tempo, una grande varietà di tipologie di artisti ad esibirsi nelle strade e nelle piazze. Storicamente, uno dei momenti più fiorenti per il teatro di strada, è stato il Medioevo, dove gli spettacoli dei giullari e degli istrioni nelle piazze, nelle fiere e nei mercati, rappresentavano l’unica alternativa disponibile alle rappresentazioni sacre che venivano messe in scena nelle Chiese. Gli artisti che si esibivano in strada potevano essere tra i più disparati: si passava da mimi a giocolieri, da saltimbanchi a menestrelli; tutto poteva potenzialmente essere considerato spettacolo, teatro. La figura dell’artista di strada (che era, tra l’altro, un vero e proprio attore professionista) è rimasta, per secoli, una figura molto controversa; da una parte infatti veniva condannata dalla Chiesa e di conseguenza considerata ai margini della società, dall’altra però, durante le esibizioni, veniva acclamata e adorata dal pubblico.

Le ripercussioni che osserviamo oggi

La compagnia Nanirossi

E di questa considerazione un po’ ambigua degli artisti di strada ne risentiamo purtroppo ancora oggi: non è raro infatti che un’artista che si esibisce in strada non sia considerato, sia sotto il punto di vista sociale, sia sotto il punto di vista artistico, al pari di un attore che si esibisce nei teatri. L’artista di strada viene spesso visto come un nullatenente, oppure come una persona che sta facendo un po’ di “gavetta”, per poi aspirare ad una carriera più seria e dignitosa. E questa considerazione poi si ripercuote, chiaramente, anche sull’aspetto economico. Penso che chiunque avrà notato infatti che, la maggior parte delle volte in cui capita di assistere a degli spettacoli “a cappello”, si può notare alla fine un “fuggi fuggi” generale: persone che fanno finta di essere passate di lì per caso, altre che se ne vanno fischiettando, altre ancora che addirittura vanno via poco prima della fine dello spettacolo per evitare poi l’imbarazzo. E anche questa è ovviamente una ripercussione del fatto che non sono molti quelli che considerano l’artista di strada come una professione dignitosa e degna di una retribuzione che ripaghi la fatica, l’impegno e il duro lavoro che i professionisti impiegano per creare e portare in scena le loro performance.

I festival di artisti di strada

Nonostante questo però, non sono pochi i festival degli artisti di strada che, ogni anno, vengono organizzati in gran parte delle regioni d’Italia. In Toscana per esempio, il più importante tra gli eventi di questo tipo è forse Mercantia, festival di strada svolto solitamente d’estate nel paese di Certaldo, in provincia di Firenze. Al festival partecipano artisti di ogni tipo, e tutta la città all’interno delle mura viene utilizzata come luogo di performance. Ci sono spettacoli itineranti (soprattutto quelli di tipo musicale), altri situati in piazze, giardini o angoli di strada. Spettacoli di acrobatica, clowneria, teatro delle marionette, equilibrismo; insomma, la varietà di quello a cui è possibile assistere è enorme, e il livello degli artisti (spesso anche internazionali) è veramente alto.

Conclusione

Ed è anche da festival come questi che, mi auguro, possa ripartire il teatro. Un teatro certamente diverso da quello a cui siamo abituati a pensare tradizionalmente, ma non per questo meno degno di considerazione e valenza. Un teatro all’aperto, dove sono molti i fattori che cambiano rispetto ad un palcoscenico chiuso tra quattro mura. L’interazione con il pubblico è molto più presente e costante (e per questo la capacità di improvvisare è fondamentale per un artista di strada), la scenografia va pensata in modo totalmente diverso, la piazza può diventare il contorno perfetto per il tipo di spettacolo che stiamo portando in scena (e per questo anche scegliere il luogo più adatto per l’esibizione è una parte molto importante della creazione artistica).

Insomma, due realtà diverse di uno stesso mondo, che spero, approfittando anche della situazione, riescano a coesistere sempre di più, cosicché si possa arrivare a dare il giusto valore ad un’arte e ad artisti per troppo tempo ingiustamente sminuiti.

 

Irene Bechi

Articolo creato 15

2 commenti su “L’Argante #25 Arte e artisti di strada: che considerazione ne abbiamo al giorno d’oggi?

  1. Articolo che analizza in modo profondo i due aspetti di fare teatro, spettacolo dove al centro c’è sempre l’artista e le mura di un teatro o lo scenario di una piazza o di una strada fanno solo da sfondo alle capacità dell’artista.
    Bellissimo articolo Irene, complimenti.

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