DonneDisney #3: 1959- La bella addormentata nel bosco: elogio alla perfezione

Che Aurora sia bella direi che è assodato. E benché già si desse per scontato che le principesse in quanto archetipo collettivo delle fiabe “debbano” essere belle, qui, per i più distratti, viene specificato anche nel titolo (quasi a rimarcare che anche se le altre lo fossero state, lei comunque lo è di più).

La principessa più principessa di tutte

Di tutte le principesse conosciute finora è anche la più regale. Il suo castello è il più famoso. E a conferma di ciò sta la scelta di usarlo come logo stesso per la Disney. É sicuramente la più amata dal suo popolo, tanto amata che alla sua nascita ogni suddito, dal più ricco al più povero, si reca a palazzo a renderle omaggio.

Coro: in questo giorno festoso veniamo

con vagon di ricchi doni

per offrir la nostra fedeltà

alla bellissima Aurora

che ogni suddito adora

Evviva il Re

evviva ognor

la principessa Aurora

ogni bellezza, ogni ricchezza

abbia la piccola Aurora

viva Aurora

dolce Aurora

 

La magnificenza e la sontuosità della bellissima Aurora viene sottolineata dalla grafica straordinaria, dall’approccio narrativo e dallo stile musicale innovativo e maestoso. La bella addormentata nel bosco è un’opera d’arte sontuosa, meticolosa, sofisticata. Aurora, infatti, si muove sugli sfondi (arazzi animati secondo il volere di Walt Disney) di Eyvind Earle. Il riferimento per le ambientazioni era lo stile gotico tardo medievale in cui i pittori usavano una composizione dettagliatissima, figlia della visione estetica persiana da cui trae origine il gotico stesso.

 

Bozzetti di E. Earle per The sleeping beauty.

La musica su cui la principessa muove i suoi passi e le sue intenzioni è poi un riadattamento quantomai fedele dell’omonima opera di Čajkovskij.  Tutti i sensi dello spettatore vengono invasi da un’estetica prepotente e un’opulenza spudorata che esaltano e sostengono il film e la sua protagonista dal primo all’ultimo minuto. Tutto il tripudio di arte, preziose miniature e colore è a servizio di Aurora, a sostenere la sua con altrettanta bellezza.

Il topos della bellezza: tanto antico, quanto immortale.

Nonostante questo esubero di grazia il primo dono che viene fatto alla piccola Aurora è quello della Beltà (a riaffermare che è la prima virtù di cui non può proprio essere sprovvista).

 

Coro: un gran dono avrà

i capelli raggio d’or

la boccuccia come un fior

piccina e rossa di dolce beltà

 

Ma perché una principessa “deve” essere bella? Le azioni femministe hanno portato nell’ambito sociale ad un ribaltamento del senso estetico in cui i canoni sono stati rivisti, ribaltati, banditi. Eppure da sempre e per sempre per ogni bambino e per ogni bambina la prima qualità che indiscutibilmente deve avere una principessa è la bellezza. Secondo me qui diventa necessaria una piccola digressione che metta in salvo l’archetipo dallo stereotipo; Se è stereotipo (quindi pregiudizio da combattere) che la donna debba “fare da fattrice”, è altresì archetipo che la principessa sia perfetta. Gli archetipi, soprattutto quelli delle fiabe, racchiudono in sé parti della nostra coscienza. Quelli positivi aiutano a scoprire e riconoscere le proprie parti migliori. La bella addormentata non chiede ai piccoli lettori o spettatori di raggiungere la sua perfezione, ma porta il loro inconscio a riconoscere quella qualità univoca ed universale e ad anelarla. E questo sarà in eterno il suo compito. La bellezza è inoltre da sempre legata alla bontà di cuore, come ci insegna la concezione greca sulla complementarità tra “bello” e “buono” (kalos kai agathos): ciò che è bello non può non essere buono e ciò che è buono è necessariamente bello. La beltà di Aurora si rispecchia automaticamente per ognuno di noi fin da subito, infatti, non solo nella sua estetica quanto nel suo temperamento.

L’amor che move il sole e l’altre stelle

 

Aurora appare meno di qualsiasi altro protagonista in assoluto nel panorama Disney. Compare solo al 18esimo minuto di pellicola e sarà presente per poco più di 17 minuti in tutto il film. Ma rimane la protagonista assoluta. Tutte le scene in cui non compare vedono comunque i personaggi parlare solo di lei, preoccuparsi per lei, occuparsi di lei. Lei c’è, è onnipresente anche se non si vede. Ed è sempre lei, da vicino o da lontano che sia, a muovere i fili delle vite di tutti. E’ l’ossessione di Malefica che la spinge a cercarla da 16 anni per poter compiere la sua promessa; è l’unico pensiero dei genitori da quando in fasce ha lasciato il castello; è l’unico argomento di re Uberto, futuro suocero, che ha riposto il lei e in suo figlio il futuro del suo regno; è la spinta vitale che sprona Filippo  a trasformarsi da semplice principe a vero eroe. E’ l’emblema dell’amore per tutti: inaccettabile dal male, unione familiare atavica, ricerca dell’altro a completamento di sé.

Once upon a dream

 

Sai dirmi

Sai dirmi

Perché se una rondine in cielo

Il suo canto

Diffonde

Risponde

Un dolce richiamo d′amor.

Sai dirmi

Sai dirmi

Può questo mio canto

Trovare volando

La Strada

D’un cuore

Che sappia donarmi l′amor

 

L’incontro tra Aurora e il principe Filippo è tra i più romantici della filmografia Disney. Lei disubbidisce alle zie /fate che le avevano raccomandato di non parlare agli estranei e, malgrado provi inizialmente a liberare la mani dalla stretta di lui, alla fine cede all’amore. Tralasciando l’equivoco (il principe non sa quando la incontra nel bosco che è la sua promessa sposa credendola una semplice contadinella) e la conseguente agnizione, motore di tutta la drammaturgia mondiale dai tempi dei tempi, Il loro amore è tra i più moderni mai incontrati fino ad allora. Aurora non scappa come Biancaneve ma resta, addirittura appoggia la sua testa sulla spalla del principe.

Già queste effusioni dimostrate da subito al primo incontro sono simbolo di grande cambiamento nella mentalità dei fruitori della pellicola. Nel 1959 il pubblico è disponibile a vedere nei film giovani donne autonome e spregiudicate che, con innata eleganza, si prendono quello ciò che vogliono. Si pensi a tutti i film con protagonista Audrey Hepburn da cui, tra l’ altro,  Aurora prende le fattezze fisiche. Ma la spudoratezza della principessa va ben oltre. Nonostante una prima scossa di pudore e senso di colpa che la porta a scappare via, prima di andare gli dà appuntamento la sera stessa a casa sua per farlo conoscere alle sue care zie.

 

 Filippo: Chi sei? Come ti chiami? 

Aurora: oh Il mio nome? Oh no non posso! Addio

Filippo: Ma quando potrò rivederti? 

Aurora: Mai! mai! 

Filippo: mai?

Aurora: Beh Un giorno forse? 

Filippo: Quando domani?

Aurora: (ride) no… stasera!!! Alla capanna, nel bosco. 

 

L’eros che nobilita l’uomo

Tavola grafica di E. Earle della scena del combattimento finale tra il principe Filippo e Malefica.

La bella addormentata viene salvata dal principe azzurro, come nella più canonica delle fiabe a tema. Aspetta passivamente che qualcuno la strappi alla morte: inflazionata dinamica anche di altre storie. Quello che qui cambia, però, è lo sforzo che deve compiere il principe per salvarla. L’amore per Aurora nobilita Filippo, gli fa affrontare e sconfiggere il male, come nelle migliori tradizioni cavalleresche. E per poter trionfare le uniche armi che potrà sfoderare saranno le sue virtù migliori: il coraggio e la verità del suo amore.

Flora: Aspetta principe Filippo, 

La strada del vero amore può essere cosparsa di ancora tanti pericoli che tu dovrai affrontare da solo.

Quindi armati di questo magico scudo di virtù e di questa possente spada di verità poiché queste armi di giustizia trionferanno sul male

 

Il combattimento tra Filippo e Malefica è una delle sequenze più potenti e suggestive mai eguagliate. Le fatine sostengono il principe trasformando i massi che Malefica gli fa cadere addosso in bolle di sapone e le frecce in fiori, ma al momento estremo della lotta lo lasciano da solo a combattere, come in un epico rito di iniziazione. Solo una volta diventato eroe, archetipo egli stesso del coraggio e della virtù, potrà salvare la sua principessa.

Il bacio del vero amore

Bozzetti di E. Earle

Il bacio che salva Aurora non è il primo bacio d’amore come per Biancaneve ma il bacio di vero amore. Questa credo sia una differenza sostanziale. Aurora non viene salvata da un uomo. É il vero amore che la salva; è il coraggio di Filippo che rinuncia a se stesso lottando contro il male. É la presenza e l’attenzione delle fatine, è la fede della sua famiglia. Superiamo la visione miope del mondo moderno secondo cui parlare di amore è troppo sdolcinato o che vede di buon occhio solo nuove amazzoni, sole contro tutti. E’ bello potersi affidare alla saggezza delle storie a lieto fine. Abbiamo ancora tanto bisogno di bellezza e di amore. Non rinneghiamo la nostra natura umana bisognosa di relazione, di sapere di potersi abbandonare perché non si è soli. Per fortuna La bella addormentata fino alla fine dei tempi esisterà a testimonianza di ciò. Potrà permettersi in eterno di dormire sonni sereni e anche noi insieme a lei, sicuri che comunque vada l’Amore conosce la strada per la salvezza. E finché Aurora ci insegnerà questo ogni bimbo potrà continuare a fare esperienza della qualità che innalza i cuori più di ogni altra: la speranza.

 

Serenella: principessina, se la triste profezia si avverasse bimba mia non per questo morirai, ma nel sonno tu cadrai e il tuo sonno cesserà se il vero amor ti bacerà. Sia questo il più fulgido dei tuoi doni, che la speranza mai ti abbandoni. 

 

Serena Politi

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