Opicina: cultura e scacchi per San Bartolomeo

Tra le tante manifestazioni folkloristiche e culturali svolte durante quest’estate in Italia menzioniamo l’evento tenutosi a Opicina dal 1 al 4 agosto. Ridente paesino situato sul carso triestino dove si è svolta la festa del patrono, in un’ atmosfera di sapori antichi: come la mostra di lavori e centrini eseguiti a tombolo dal titolo “con il filo in mano” con le dimostrazioni della skd tabor. Oltre alla processione e la santa messa dedicata al patrono, nell’arco della settimana, tanti stands e giochi per bambini. Sottolineiamo il torneo di scacchi e scacchiera gigante a cura dell’Accademia Scacchi Trieste.

Serena Tonel (vicesindaco e assessore alle politiche economiche) nella sala giunta del municipio di Trieste ha presentato l’iniziativa. Sono intervenuti la presidente del Consorzio Centro (Skupaj na Opčinah) Nadia Bellina; il presidente dell’Accademia di Scacchi di Trieste Massimo Varini; il presidente della Pro Loco di Trieste Michele Ciak.

 

 

 

 

 

“L’Amministrazione Comunale è lieta di presentare le iniziative legate alla tradizionale ricorrenza di San Bartolomeo, Patrono di Opicina, qui le occasioni culturali e aggregative sono in crescita di anno in anno e rappresentano un modello per ciò che il Comune di Trieste intende portare avanti .”

Sarena Tonel

 

-L’evento ha coinvolto maggiormente il pubblico nei giorni dedicati alla festa di San Bartolomeo. Un gioco  affascinate, che richiede logica e concentrazione.

L’ACCADEMIA DI SCACCHI DI TRIESTE è un’Associazione Dilettantistica dalle molteplici caratteristiche che la rendono una realtà rivolta alla promozione del gioco degli scacchi, della crescita personale e dell’aggregazione sociale e multi culturale. Questa pluralità di aspetti è confermata dai riconoscimenti che l’Accademia ha meritato nei suoi recenti anni di attività.-

Fondata nel 2008 da Massimo Varini, può essere considerata la naturale evoluzione dello “Chaturanga”, una delle prime scuole di scacchi italiane con metodologie d’insegnamento dell’est europeo degli anni ’90, fondata dallo stesso, reduce da tornei in Russia. Affiliata già dal 2009 alla Federazione Scacchistica Italiana (FSI) disciplina associata al CONI, è affiliata nel 2011 al Movimento Sportivo Popolare Italia (MSP Italia), Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI. Dal 2014 è affiliata all’ASI (Associazioni Sportive e Sociali Italiane).

L’Accademia è una associazione di dimensione provinciale, presente sul territorio con la Sede centrale nel centro storico della città di Trieste, e la Sezione Melara nel rione di Rozzol-Melara. Vanta numerosi associati. Propone: l’organizzazione, lo svolgimento e la gestione delle attività scacchistiche, a carattere sportivo dilettantistico, amatoriale e promozionale, con l’interesse rivolto alla realtà sociali, attraverso l’indizione di tornei, manifestazioni, incontri e convegni, di corsi di perfezionamento e di avviamento, rivolti anche al settore educativo, ricreativo e del tempo libero e annoverando tra i suoi affiliati anche giocatori di classe Magistrale, nonchè Istruttori iscritti all’Albo Nazionale FederaleLe sue squadre militano nel campionato Nazionale Assoluto e Giovanile. Particolarmente attenta allo sviluppo di nuove tecnologie informatiche, ed è presente come Circolo scacchistico virtuale, con una stanza dedicata sul sito internet playchess della nota casa tedesca ChessBase, dove organizza corsi online e tornei, nonchè possibilità di gioco libero e di incontro per i suoi associati. Il sito internet è il cardine di contatto per tutti gli associati ma soprattutto per i soci corrispondenti che non hanno facilità logistica di frequentazione della sede. Sin dalla sua costituzione, persegue l’obiettivo di divulgare la pratica del gioco degli scacchi intesi come disciplina cognitiva e formativa per i giovani, strumento attitudinale al problem-solving per gli adulti e stimolo intellettuale e motivazionale per gli anziani.

Nel mondo contemporaneo il bisogno di sviluppare le facoltà creative e di ragionamento, soprattutto per i giovanissimi, è diventato un’esigenza a contrasto di quella passività quasi ipnotica procurata da televisione e giochi elettronici di uso, e spesso abuso, ormai quotidiano. Il benessere psico-fisico che deriva da una regolare e sana attività sportiva intellettuale è un fatto incontestabile e ricco di implicazioni positive. Ciò che rende gli scacchi un linguaggio universale come la musica, è l’abbattimento delle barriere sociali di ogni tipo: di età, linguistiche, ceto sociale ed economico, etniche, politiche e religiose, di abilità diverse e persino geografiche. Convenzionalmente si gioca tutti con le stesse regole e ad armi pari, non a caso il motto della federazione mondiale è: “Gens una sumus” (siamo un unico popolo). Offre inoltre occasioni di crescita personale, per valorizzare i punti di forza della persona e combattere i punti deboli, lontano dagli stereotipi del risultato ad ogni costo e dove, al contrario, si esprime soddisfazione nel migliorare passo dopo passo tramite esperienze concrete di gioco e di vita. Si compete con l’avversario e non contro di esso. Il programma didattico si sviluppa tra ottobre e maggio prevede un piano di studi ispirato alle metodologie delle scuole dell’est europeo, tramite la frequentazione alle lezioni in sede ed online e la partecipazione a tornei individuali ed a squadre. Gli incontri con le federazioni limitrofe arricchiscono lo scambio linguistico e culturale. Recenti studi stanno dimostrando che la pratica scacchistica favorisce il pensiero matematico e logico-linguistico nonchè allena efficacemente la memoria e la capacità di sintesi. Questa rinnovata concezione degli scacchi ha portato l’Accademia a sostenere con forza i valori del pensiero indipendente, dell’etica sportiva, della tradizione di tramandare il sapere al servizio per gli altri, continuando ad offrire uno sport a misura di ogni singolo individuo. Garantendo una sana attività intellettuale, piacevole e non traumatica col fine di insegnare ai ragazzi ad essere futuri cittadini dal pensiero chiaro ed efficace, consapevoli e migliori dirigenti di un mondo migliore.

l gioco degli scacchi è stato presente nell’arte fin dal XV secolo, influenzando dipinti, sculture e persino l’architettura, e rappresentando spesso temi come la nobiltà, la saggezza e lo sforzo intellettuale. Dalle rappresentazioni di scene di vita quotidiana a quelle allegoriche, l’arte ha celebrato la complessità strategica e la portata universale del gioco. Questa interazione è evidenziata in opere d’arte che ritraggono giocatori e scene di gioco, o nel design di scacchiere vere e proprie opere d’arte. 

La Ragazza e gli scacchi di Sofonisba Anguissola

-Dipingeva quasi solo ritratti. Aveva cinque sorelle e un padre umanista che, in un’epoca in cui il dovere primario della donna era quello di sposarsi e partorire, fornì alle figlie un’istruzione accurata. I suoi dipinti furono conosciuti da Michelangelo, Peter Paul Rubens, Caravaggio e Anton van Dyck. Sofonisba Anguissola usava colori puri e forti, disegnava con perfezione. Era nata a Cremona nel 1532 ed è stata una pittrice italiana del tardo Rinascimento.-

L’opera è stata realizzata nei primi anni della carriera di Sofonisba, (a soli ventitreanni). Raffigura tre sorelle a un tavolo da scacchi e una bambinaia che osserva la scena. L’artista lo ha firmato in modo affascinante. Sul lato della scacchiera c’è infatti un’iscrizione in latino: “Sofonisba Anguissola, vergine figlia di Amilcare, dipinse dal vero tre sue sorelle e una servante”. La “Partita a scacchi” è descritta come un ritratto di gruppo di donne disposte come una scena di genere (da sinistra siede Lucia, al centro la più giovane Minerva e a destra Europa. La vecchia nutrice è raffigurata mentre si sporge da dietro il bordo destro del dipinto), ma anche un’opera con una narrazione metaforica. Alcuni studiosi suggeriscono che il dipinto possa essere considerato un’allegoria delle diverse fasi della vita di una donna. Fino a pochi decenni prima, gli scacchi erano un gioco destinato essenzialmente agli uomini. Alla fine del XV secolo, durante le spedizioni esplorative e di colonizzazione finanziate dalla regina cattolica Isabella, gli scacchi erano diventati un passatempo intellettuale diffuso negli ambienti aristocratici. Simbolicamente, gli scacchi sono associati alla saggezza, alla strategia e alla logica, qualità che non erano attribuite alle donne. (Oltre al suo significato emblematico, Sofonisba potrebbe essersi ispirata a un modello letterario, in particolare al poema “Scacchi” pubblicato a Cremona nel 1527 dal vescovo e umanista Marco Girolamo Vida. Descrisse una sfida tra le divinità olimpiche, in cui la scacchiera diventava un campo di morte. In linea con la natura emblematica del poema sugli scacchi di Vida, richiamò l’attenzione sul significato metaforico. Il Dio raccolse le pedine in un sacchetto al termine della partita. Simbolicamente, quindi, le figure sconfitte dovevano trovarsi in mano alla morte.)

Un dipinto quindi che si colloca nel campo della ricerca storico-artistica femminista. Nell’Italia del Cinquecento, come nel resto d’Europa, le donne non avevano accesso alle università e, se venivano istruite, era solo per decisione dei padri. Tuttavia, questo non era così raro come si crede comunemente. Le donne istruite in Italia erano apprezzate, imparavano nelle botteghe dei padri oppure ottenevano riconoscimenti dai mecenati o un posto all’università grazie al proprio lavoro. È il caso di Elisabetta Sirani, Lavinia Fontana e Artemisia Gentileschi. Sofonisba si adeguò alle regole dell’epoca, ma grazie al suo talento e al duro lavoro guadagnò con la pittura fino alla fine della sua vita. Nei secoli successivi un noto pittore e scacchista francese, Henri Robert Marcel Duchamp dipinse vari quadri a soggetto scacchistico: “La partita a scacchi” (1910); “Ritratto di giocatori di scacchi” (1911); “Il Re e la Regina circondati da nudi veloci” (1912).
In una lettera del 1919 scrisse: “La mia attenzione è completamente assorbita dal gioco, giorno e notte, dipingo per vivere ma vivo per giocare a scacchi”.

LAURA PRIVILEGGI

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