L’Argante 209 La bellezza: legge segreta della vita

Umberto Galimberti, uno dei più noti filosofi, saggisti e psicoanalisti italiani a San Giovanni Valdarno per un convegno dedicato alla “bellezza” la più elevata dimora di Dio secondo molte religioni. L’incontro si è svolto il 12 aprile alle ore 18 nella suggestiva cornice della Pieve di San Giovanni Battista, dove Galimberti ha tenuto una lectio magistralis sulla profondità dell’anima e sulla definizione di bellezza come legge segreta della vita.

Dunque, i principali fondamenti della bellezza, dall’epoca degli antichi greci ai giorni nostri, discussi insieme al professor Umberto Galimberti ed un vasto pubblico, nella suggestiva Pieve Romanica nel cuore del Valdarno Aretino. Sono stati citati i filosofi greci come Platone il quale sosteneva che la bellezza è tutto ciò che offre armonia, ordine e proporzione, anche se, secondo Platone, l’arte non può essere ricondotta direttamente al bello poiché è un’imitazione della natura che a sua volta è un’imitazione dell’idea.

Abbiamo incontrato il prof. Galimberti a margine dell’incontro per una breve intervista:

Professor Galimberti, se fosse un’idea astratta quale sarebbe il concetto di bellezza? Poichè  quale sia il  razionalmente la bellezza viene percepita principalmente con la vista e con l’udito ma in realtà non può essere solo una sensazione di piacere. Può perciò essere un arricchimento dell’anima?

Io con la bellezza non ho un gran rapporto anche se mi incanta ma non sono convinto che si possa parlare di bellezza in senso assoluto perché quando si parla di essa si concettualizza troppo o si inserisce banalmente in un contesto. Mentre la bellezza è qualcosa di immediato che sfugge a qualsiasi ragionamento. Da studente avrei voluto scrivere un libro dal titolo “verità e bellezza” ma non l’ho mai scritto. E’ un argomento difficile ogni volta che cerchiamo di definire la bellezza la tradiamo un po’.

 

San Tommaso se la sbriga più rapidamente e non è niente male la sua definizione. Dice che è bello quello che vedi e che ti piace, molto semplice. Immanuel Kant (filosofo e illuminista tedesco nato nel 1784), dice una frasetta niente male: il bello è senza concetto e senza scopo. Non dobbiamo dimenticare la componente corporea della bellezza, qualcosa che colpisce i sensi che nella filosofia non hanno avuto un grande successo perché tendono ad ingannarci. Essi non sono una base per costruire una verità. La definizione esatta sulla magnificenza della bellezza ce la offre anche Thomas Mann (saggista tedesco) quando dice che trafigge come un dolore, come il dardo dell’amore, perché non abbiamo potere su ciò che è bello ma il bello ha potere su di noi. Si può rimanere paralizzati da essa. Non dimentichiamo la sindrome di Sthendal che davanti alla bellezza fa perdere il controllo di noi stessi fino allo svenimento o addirittura conduce ad un attacco di panico.

 

Professore, oggi la bellezza ha sempre lo stesso valore di una volta? Oppure va ricercata e ristabilita?

Ricordo una volta durante un viaggio in treno c’era una ragazza che salì con un grande strumento. Un signore l’ascoltò incantato mentre lei parlava dell’arte musicale ma alla fine le chiese: «Scusi ma quale guadagno c’è nel suonare questo strumento, dove sta il business?» La ragazza non rispose. Oggi noi con questa mentalità, abbiamo solo un pensiero che serve a far di conto. Non sappiamo più cos’è bello, che cos’è vero, cosa è santo, cosa è giusto. Vogliamo conoscere solo cosa è utile.

Esiste la bellezza della parola?

Nella Bibbia esiste la bellezza della parola e dell’immagine. La religione cristiana è l’unica che mette in scena l’arte. Se noi occidentali abbiamo la storia dell’arte lo dobbiamo alla chiesa. Perché se Dio si è fatto uomo è rappresentabile. Le nostre chiese sono piene di dipinti. Perché l’immagine commuove, muove lo spirito ed i sensi.

Possiamo, dunque, trovare la bellezza ovunque?

Certo, anche nella malattia. Pensiamo ad una perla, quella che nasce nella conchiglia. Ogni volta che la guardiamo rimaniamo estasiati dimenticandoci che la perla è la malattia della conchiglia. Senza la malattia non sarebbe nata la perla, così come la schizofrenia di tanti poeti, pittori, scrittori, scultori che senza l’immersione nella follia, non avrebbero dato vita a nessuna opera d’arte.

Quindi il gioco della bellezza è pesante?

Si molto, la bellezza non è una cosa tranquilla, la bellezza è una cosa che inquieta, trafigge, paralizza, che ti porta alla dimensione del sublime e non sei tu il padrone del gioco ma è la bellezza che gioca con te e vince.

 

L’evento con il Professor Umberto Galimberti è stato inserito nel programma del “Sangiovese Festival 2025” la fiera mercato dedicata al vitigno simbolo dei grandi rossi dell’Italia centrale organizzata dal Comune di San Giovanni Valdarno, in collaborazione con Confcommercio Firenze-Arezzo e con il patrocinio della Regione Toscana e il contributo della Camera di Commercio di Arezzo- Siena.

 

Laura Privileggi

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