L’inizio di una leggenda comica
Nel grande libro della storia del cinema, poche coppie possono vantare un capitolo interamente dedicato a loro come Stan Laurel e Oliver Hardy, noti in Italia come Stanlio e Ollio. Il loro sodalizio artistico nasce ufficialmente nel 1927, ma entrambi avevano già alle spalle una lunga carriera nel cinema muto. Stan Laurel, attore inglese dalla mimica surreale e dalla malinconica leggerezza, (filmografia totale: 189 film, di cui 65 senza Ollio). Oliver Hardy, imponente e teatrale nel suo aplomb meridionale, (filmografia totale: 417, 293 dei quali da solo, specie nei primi anni del muto).
Il genio dietro l’incontro fu Hal Roach, produttore visionario che vide in loro la possibilità di portare avanti una comicità diversa, fatta non solo di cadute e schiaffi, ma di caratteri complementari, tempi comici perfetti e una dolcezza irresistibile.
L’epoca d’oro: gli anni ’30 e la consacrazione del duo
Tra 1927 e 1939, Stanlio e Ollio dominano la scena comica americana e mondiale con un successo clamoroso. Nascono in quegli anni i loro capolavori brevi: 96 cortometraggi, di cui 32 muti e 64 sonori, in cui la loro arte si esprime con massima purezza.
Il cinema slapstick trova in loro due interpreti ideali: cadute, schiaffi, oggetti che esplodono, scale infinite e piani che falliscono sono gli ingredienti di una comicità fisica che però è sempre “umana”.
Titoli come “Big Business” (1929), “Hog Wild” (1930) o il delizioso “Twice Two” (1933) – noto in Italia come Due come noi – mostrano la loro capacità di reinventarsi anche con mezzi semplici: in Twice Two, ad esempio, i due interpretano anche le loro sorelle, in un gioco di travestimenti che mette in luce il gusto surreale della loro comicità.
Tra i loro comprimari brillano attori di razza come Mae Busch, vera antagonista ricorrente con ruoli da moglie arcigna o amante velenosa, oppure James Finlayson, maestro delle espressioni esasperate e dei “D’oh!” (che anticipano Homer Simpson). Non sono semplici spalle, ma parte integrante del meccanismo comico perfetto.
Nel 1932 vincono l’Oscar per “The Music Box” (La scala musicale), in cui trascinano un pianoforte su una scala infinita, simbolo perfetto della loro comicità: una lotta titanica contro l’assurdo quotidiano.
Dal corto al lungo: 28 lungometraggi e la maturità artistica
La comicità di Laurel & Hardy non rimase confinata ai corti. Tra il 1931 e il 1945, realizzano 28 lungometraggi, 24 da protagonisti, tra cui i celebri “I figli del deserto” (1933), “Fra Diavolo” (1933), “Noi siamo le colonne” (1938), “C’era una volta un piccolo naviglio” (1940). In questi film, le gag si distendono in trame più articolate, a volte con tocchi persino malinconici. Il ritmo resta serrato, ma affiora una comicità che sa raccontare la fragilità dell’uomo comune, costantemente inadeguato rispetto al mondo.
Il declino negli anni ’40 e la rinascita in Europa
Con gli anni ’40, però, il mondo del cinema cambia. Il genere slapstick perde centralità, e le sceneggiature diventano meno brillanti. I film come “Gli allegri compari” (1943) mostrano una certa stanchezza creativa. Ma la popolarità non scema. Anzi, durante il loro tour europeo tra il 1947 e il 1954, Laurel & Hardy sono accolti come star leggendarie.
In Italia trovano un pubblico caloroso e incontrano Alberto Sordi e Mauro Zambuto, le due voci italiane che avevano contribuito al successo dei loro film nel doppiaggio anni ’30. Sordi aveva dato voce a Ollio, con quella parlata caricata, buffa e imperiosa, mentre Zambuto era uno Stanlio tenero e svampito, con la voce sottile e infantile.
Riscoperta anni ’80: tra Ariani, Villaggio, teatro e cult televisivo
Negli anni ’80, l’interesse per la comicità d’epoca porta a un nuovo doppiaggio: questa volta sono Franco Latini e Enzo Garinei a dare voce al duo. Ma il vero ritorno sulla scena avviene grazie a Giorgio Ariani, attore e appassionato, che porta Stanlio e Ollio in teatro con spettacoli-tributo e in TV con speciali in prima serata. La comicità dei due trova nuove generazioni pronte a ridere ancora. Giorgio Ariani doppiò nella fine degli anni ottanta tutte le comiche mute di Stanlio e Ollio per conto della Rai, assieme a Enzo Garinei.
Un’eredità comica eterna
Oggi, Laurel & Hardy restano universali. Hanno ispirato attori, registi, fumettisti. Paolo Villaggio – dichiaratamente – ha saccheggiato le loro gag per costruire il mondo goffo, umiliato e assurdo di Fantozzi. E come dargli torto? Ogni caduta di Stanlio, ogni sguardo indignato di Ollio, ogni tentativo fallito sono pietre miliari del comico.
Morirono a distanza di pochi anni: Hardy nel 1957, Laurel nel 1965, dopo aver rifiutato altri ruoli perché, senza Ollio, non aveva senso andare avanti. Ma ci hanno lasciato 124 film insieme, e soprattutto una lezione: la risata più pura è quella che nasce dalla tenerezza.
Come scrisse la RAI in una celebre serie degli anni ’80 a loro dedicata in prima serata: Quando ridere faceva ridere. E Stanlio e Ollio lo fanno ancora, ogni volta che entrano in scena con bombetta, frac e passo sghembo, in bianco e nero o a colori restaurati, dentro un mondo che ha sempre bisogno di ridere davvero.
Stanlio e Ollio in numeri
96 cortometraggi e 28 lungometraggi. Totale di 124 film
Cortometraggi MUTI (32) Cortometraggi SONORI (64)
Lungometraggi (28 di cui 24 come protagonisti e 4 come attori non protagonisti)
Film totali Stan Laurel > 189 (65 da solo senza Hardy)
Film totali Oliver Hardy > 417 (293 da solo senza Laurel)
Vi avevamo già parlato di Stanlio e Ollio su L’Argante qui.
Stefano Chianucci