L’Argante 211 Milena Vukotic, 90 anni Signora del Teatro, Cinema e Televisione.

A novant’anni compiuti il 23 aprile 2025, Milena Vukotic è oggi una delle poche figure dello spettacolo italiano in grado di rappresentare, con grazia e profondità, un ponte tra le epoche. Nata a Roma nel 1935 da madre italiana e padre montenegrino, è stata ballerina, attrice di teatro, cinema e televisione, diventando nel tempo un’icona di eleganza, intelligenza artistica e talento senza tempo. Una vera “signora d’altri tempi”, capace di rinnovarsi costantemente pur rimanendo fedele a se stessa.

Il suo esordio artistico avviene nel mondo della danza classica, studiando presso l’Opéra di Parigi e successivamente perfezionandosi in Italia. La disciplina della danza le conferisce un portamento unico, una precisione che porterà poi anche nella recitazione. È proprio il teatro, però, a rivelarsi l’ambiente più fertile per il suo talento multiforme. Fin dai primi anni Sessanta, Milena calcava i palcoscenici più importanti d’Europa con registi del calibro di Luchino Visconti, Giorgio Strehler, Franco Zeffirelli, e Luis Buñuel.

Un volto da cinema d’autore… e popolare

Sebbene abbia lavorato con registi del cinema d’autore internazionale — tra i quali Buñuel (con cui gira “Il fascino discreto della borghesia”), Fellini, Monicelli e Scola — Milena Vukotic ha saputo spiazzare critica e pubblico accettando ruoli più popolari senza mai perdere la sua aura raffinata. È proprio in questi ruoli, infatti, che riesce a dimostrare una straordinaria versatilità. Tra questi spicca uno dei personaggi più iconici della commedia italiana: Pina Fantozzi.

È nel ruolo di Pina, moglie del ragioniere più sfortunato d’Italia, che Milena Vukotic raggiunge la massima notorietà presso il grande pubblico. Insieme a Paolo Villaggio, interpreta per anni la consorte remissiva e malinconica, ritratta con una dolcezza surreale, quasi poetica. Pina è un personaggio che sfida il ridicolo e la caricatura, restando sempre umana e incredibilmente empatica. Con poche battute e con lo sguardo, Milena crea un’icona: non è solo la moglie del Fantozzi sottomesso, è la rappresentazione tragica della donna invisibile, capace però di una dignità silenziosa e toccante.

Ciò che rende ancora più straordinario questo ruolo è che non ha mai scalfito la bellezza o la raffinatezza dell’attrice, anzi: ha esaltato il suo talento comico, spesso sottovalutato. In un mondo dello spettacolo che tende a incasellare, Milena Vukotic è riuscita a trasformare una parte popolarissima in una prova d’arte.

La carriera di Milena Vukotic in televisione è lunga e costellata di apparizioni in fiction di successo. Ma è con Un medico in famiglia, accanto a Lino Banfi, che conquista un’altra generazione di pubblico, entrando nelle case degli italiani come la nonna Enrica, raffinata, ironica, ma anche energica e presente. Un altro ruolo che conferma la sua capacità di interpretare donne vere, riconoscibili e mai banali.

In uno scenario televisivo dove i personaggi femminili vengono spesso semplificati, la Vukotic è riuscita ancora una volta a dare profondità a un personaggio che avrebbe potuto essere stereotipato. E invece, grazie a lei, nonna Enrica diventa figura familiare, amata, piena di vitalità e sensibilità. Anche qui, l’attrice ha saputo coniugare la sua innata classe con la capacità di comunicare con il pubblico più vasto.

Se il grande pubblico la riconosce soprattutto per il cinema e la televisione, è sul palcoscenico che Milena Vukotic ha mantenuto viva la sua vocazione più autentica. Ancora oggi, alla soglia dei 90 anni, continua a calcare le scene con nuovi spettacoli, spesso in tournée per tutta Italia. Recentemente ha recitato in pièce tratte da testi di autori come Beckett, Čechov, Ionesco e Pirandello, ricevendo ovunque applausi e critiche entusiastiche.

Il suo modo di interpretare è rimasto sempre sobrio, misurato, profondo. Anche nei ruoli comici non perde mai una certa aura di mistero, di malinconia leggera, che la rende così unica. È l’eleganza dell’anima prima che del gesto o della parola. La sua recitazione non è mai urlata o eccessiva, ma precisa e poetica.

Premi, riconoscimenti e un amore mai ostentato per il suo lavoro

Nel corso della sua lunghissima carriera, Milena Vukotic ha ricevuto numerosi premi tra cui Nastri d’Argento, David di Donatello, onorificenze alla carriera, e un’infinità di riconoscimenti teatrali. Ma nonostante tutto, ha sempre mantenuto un profilo basso, lontano dai clamori e dai riflettori dei gossip. Il suo amore per il mestiere di attrice è silenzioso ma profondo, come tutte le grandi passioni.

Ha collaborato con i più grandi registi italiani e stranieri e ha saputo costruirsi una carriera lunga, ricca e coerente, fatta di scelte mai banali, di sfide continue, di amore per la parola e per il gesto.

A 90 anni, Milena Vukotic continua a rappresentare un modello artistico e umano difficilmente replicabile. La sua capacità di rinnovarsi senza mai snaturarsi, di essere popolare ma mai volgare, di mantenere una presenza elegante in ogni contesto, l’ha resa una figura amata e rispettata da tutti: pubblico, colleghi, critica.

La sua figura è, per molti versi, fuori dal tempo. Come se non appartenesse completamente a nessuna epoca, ma le attraversasse tutte con leggerezza e profondità. Che sia vestita da nobildonna teatrale, da moglie del ragionier Fantozzi o da nonna borghese di fiction, è sempre lei: inconfondibile, raffinata, meravigliosa.

In un tempo in cui tutto sembra gridato, eccessivo, immediato, Milena Vukotic rappresenta la resistenza del talento discreto, ma incrollabile. Un’artista che ha saputo emozionare, far sorridere, commuovere e riflettere, senza mai piegarsi alle mode, senza mai perdere di vista il suo centro interiore. Il suo è un talento che si nutre di misura, di ascolto, di comprensione profonda dell’essere umano.

Festeggiare i suoi 90 anni non è solo un omaggio alla sua lunga carriera, ma anche un invito a riscoprire un modo diverso — più autentico — di fare arte e vivere la scena. Milena Vukotic è e resterà per sempre una maestra di stile, recitazione e umanità.

Ernesto Censere

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