Il 31 gennaio 2025 debutta al Teatro Reims di Firenze, “La Scuola” per la regia di Serena Politi e Marco Giavatto, una nuova produzione della nostra compagnia. Noi dell’Argante abbiamo colto l’occasione per incontrare i protagonisti dello spettacolo. Non perdetevi dunque i nostri SPECIALI per scoprire tutte le curiosità sullo spettacolo e non solo.
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Romina, che rapporto hai instaurato con il tuo personaggio? C’è qualcosa di te stessa nella Prof che interpreti? Cosa ti piace di lei?
Il mio personaggio non è di certo amabile. Diciamo che non è messagero di buoni valori o sentimenti, è piuttosto portatrice di tutto ciò che non vorremmo mai trasmettere a dei giovani studenti: superficialità, invidia, opportunismo, con un buon pizzico di falsità. Per carità…quando vuole è anche molto simpatica, forse anche in modo inquietante. A me, personalmente, diverte molto giocare con lei, con la sua frustrazione e con la sua aggressività che testimonia che è ancora viva, nonostante si trovi lì per caso forse… nel posto sbagliato… nonostante si trovi in questa scuola.
Iacopo, tu invece interpreti il personaggio del Preside. Rappresenta da sempre il simbolo dell’autorità, nel tuo caso suscita rigidità ma anche ilarità. Come hai affrontato questo equilibrio e quali sono, secondo te, le sfide più interessanti nell’interpretare un qualcosa di così emblematico nel sistema scolastico?
Innanzitutto io nasco matelameccanico e come primo lavoro dopo gli studi sono stato assunto in un’officina per la lavorazione della ghisa… quindi ho collaborato con persone altamente specializzate sulla ghisa, ma totalmente ignoranti in materie che andavano al di fuori da essa. Poi una volta vinto il concorso per diventare professore è stato molto facile gestire e insegnare ai giovani soprattutto ai meno, diciamo, volenterosi di apprendere. Per non parlare dell’ascesa alla presidenza: Una passeggiata! Anche considerando il bassissimo livello della concorrenza che mi si è parata d’innanzi.
Scherzi a parte… l’interpretazione del Preside è secondo me, da prendere un po’ a sentimento, anche in base al pensiero che ho io di un “preside”. Ho cercato di rendere divertente un personaggio che non ha fondamentalmente battute comiche. Però di base… le innesca!
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